Andrews Virginia C. - 1979 - Fiori senza sole - Prima Edizione by Andrews Virginia C

Andrews Virginia C. - 1979 - Fiori senza sole - Prima Edizione by Andrews Virginia C

autore:Andrews Virginia C.
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Sonzogno
pubblicato: 1986-01-14T23:00:00+00:00


Parte seconda

Finché non spunta il giorno,

a fugare le ombre.

SALOMONE, 2,17

Diventate grandi, diventare saggi

Era trascorso un altro anno molto simile al primo. La mamma veniva sempre più raramente e sempre con quelle promesse che ci facevano sperare, che ci facevano credere che la nostra liberazione fosse prossima. L'ultimo gesto di ogni sera era cancellare la giornata dal calendario con una grossa X rossa.

Ormai avevamo tre calendari pieni di grandi X rosse. Il primo era insanguinato solo per metà, il secondo dal primo all'ultimo giorno e adesso ne avevamo un terzo quasi pieno. E quel nonno ormai sessantottenne, moribondo e sempre in procinto di esalare l'ultimo respiro, seguitava a vivere, giorno dopo giorno, mentre noi vegetavamo nel limbo. Probabilmente avrebbe festeggiato il sessantanovesimo compleanno.

Tutti i giovedì i servitori di Foxworth Hall andavano in città ed era allora che Chris e io scivolavamo sul tetto inclinato per stenderci sotto i raggi benefici del sole oppure alla fresca brezza notturna, sotto la luce della luna e delle stelle. Sebbene fosse alto e pericoloso quel luogo era l'unica possibilità che avevamo di stare all'aperto, e sentire l'aria fresca sulle nostre pelli assetate.

Puntavamo i piedi contro un tozzo comignolo nel punto in cui le due ali dell'edificio si incontravano, formando un angolo, e ci sentivamo al sicuro.

Da quella posizione sul tetto non eravamo visibili dal basso.

Giacché la furia di nostra nonna non si era ancora materializzata, io e Chris ci eravamo lasciati andare. Non eravamo più pudichi e riservati in camera da letto, né sempre completamente vestiti. Era difficile vivere sempre insieme mantenendo le parti intime dei nostri corpi costantemente celate all'altro sesso.

E a onor dei vero non ci curavamo più di tanto di ciò che mettevamo in mostra.

Avremmo dovuto curarcene.

Avremmo dovuto essere prudenti.

Avremmo dovuto mantenere vivo nella memoria il ricordo della schiena orribilmente piagata di nostra madre. Mai, mai avremmo dovuto dimenticare. Ma il giorno in cui era stata frustata ci sembrava tanto lontano ormai.

Come se fosse passata un'eternità.

Ero una signorina, adesso, e non mi ero mai vista completamente nuda in quanto lo specchio sopra il lavandino del bagno era troppo alto. Non avevo mai visto una donna nuda né in carne e ossa, né in fotografia, e i ri-tratti a olio o le statue di marmo non evidenziavano i particolari. Così attesi di avere la camera da letto tutta per me e davanti allo specchio del cassettone mi denudai completamente per guardare, ispezionare, ammirare.

Incredibili i cambiamenti provocati dagli ormoni! Indubbiamente ero molto più graziosa di quando ero arrivata, viso, capelli, gambe... molto meno per le curve del mio corpo. Mi girai e rigirai di qua e di là, rimirandomi, gli occhi fissi alla mia immagine riflessa allo specchio, mentre eseguivo passi di danza.

Un brivido gelato alla spina dorsale mi avvertì che non ero più sola, che qualcuno mi guardava. Mi girai di scatto e colsi Chris, impietrito. Da quanto tempo era lì? Aveva visto le cose sciocche, impudiche che avevo fatto? Oh, Signore, speravo tanto di no!

Era come imbambolato. Un'espressione strana gli offuscava gli occhi azzurri come se non mi avesse mai vista prima senza vestiti.



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